|
CESPOC |
Con il contributo dell'Assessorato dei Beni |
|
Dai Beati Paoli al Codice da Vinci: il mito del complotto nel feuilleton |
|||
Il Codice da VinciProprio dall'avere ripreso la tecnica un tempo perfino abusata ma oggi desueta del feuilleton, in particolare l'espediente detto nel gergo televisivo cliffhanger, per cui un episodio (o un capitolo) "non finisce" invogliando così il lettore a interessarsi del successivo, sta molto del successo del romanzo dell'ex-professore di liceo americano Dan Brown Il Codice da Vinci (Brown 2003). Il romanzo mette in scena una caccia al Santo Graal. Quest'ultimo - secondo il romanzo - non è, come la tradizione ha sempre creduto, una coppa in cui fu raccolto il sangue di Cristo, ma una persona, Maria Maddalena, la vera "coppa" che ha tenuto in sé il sang réal - in francese antico il "sangue reale", da cui "Santo Graal" -, cioè i figli che Gesù Cristo le aveva dato. L'erede perduta - ma, nel romanzo, ritrovata - della Maddalena è dunque il vero Santo Graal. Apprendiamo inoltre che Gesù Cristo aveva affidato una Chiesa che avrebbe dovuto proclamare la priorità del principio femminile non a san Pietro ma a sua moglie, Maria Maddalena, e che non aveva mai preteso di essere Dio. Sarebbe stato l'imperatore Costantino (280-337) a reinventare un nuovo cristianesimo sopprimendo l'elemento femminile, proclamando che Gesù Cristo era Dio, e facendo ratificare queste sue idee patriarcali, autoritarie e anti-femministe dal Concilio di Nicea (325). Il progetto presuppone che sia soppressa la verità su Gesù Cristo e sul suo matrimonio, e che la sua discendenza sia soppressa fisicamente. Il primo scopo è conseguito scegliendo quattro vangeli "innocui" fra le decine che esistevano, e proclamando "eretici" gli altri vangeli "gnostici", alcuni dei quali avrebbero messo sulle tracce del matrimonio fra Gesù e la Maddalena. Al secondo, per disgrazia di Costantino e della Chiesa cattolica, i discendenti fisici di Gesù si sottraggono e secoli dopo riescono perfino a impadronirsi del trono di Francia con il nome di merovingi. La Chiesa riesce a fare assassinare un buon numero di merovingi dai carolingi, che li sostituiscono, ma nasce un'organizzazione misteriosa, il Priorato di Sion, per proteggere la discendenza di Gesù e il suo segreto. Al Priorato sono collegati i templari - per questo perseguitati - e più tardi anche la massoneria. Alcuni fra i maggiori letterati e artisti della storia sono stati Gran Maestri del Priorato di Sion, e alcuni - fra cui Leonardo da Vinci (1452-1519) - hanno lasciato indizi del segreto nelle loro opere. La Chiesa cattolica, nel frattempo, continua la sua persecuzione. Ma tutto è vano: il Priorato di Sion sopravvive, così come i discendenti di Gesù in famiglie che portano i cognomi Plantard e Saint Clair. Molti obiettano a qualunque critica del romanzo che si tratta, appunto, di fiction che in quanto tale non è tenuta a rispettare la verità storica. Tuttavia, chi pone questa questione di solito non ha letto la pagina de Il Codice da Vinci intitolata Informazioni storiche, dove l'autore Dan Brown afferma che "tutte le descrizioni [...] di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà" e si fondano in particolare sul fatto che "nel 1975, presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, sono state scoperte alcune pergamene, note come Les Dossiers Secrets" con la storia del Priorato di Sion. Forse in risposta alle molte controversie, a partire dalla sesta ristampa la pagina Informazioni storiche (pagina 9 dell'edizione italiana Mondadori) era sparita, sostituita da una pagina 9 interamente bianca: ma naturalmente rimaneva nell'edizione inglese, e nelle prime sei tirature italiane in possesso di un numero relativamente ristretto di "fortunati". E forse dopo che Massimo Introvigne, uno dei curatori di questa mostra, ha fatto reiteratamente notare la curiosa sparizione di pagina 9 in Italia nel corso di trasmissioni radiofoniche e televisive, questa è "miracolosamente" ricomparsa. Dan Brown attribuisce dunque vasto rilievo e grande importanza storica a Les Dossiers Secrets, tuttavia i fatti reali sono decisamente differenti da come li espone l'autore del romanzo. Presso la Bibliothèque Nationale di Parigi sono stati non "scoperti" ma depositati nel 1967, non nel 1975, Les Dossiers secrets de Henri Lobineau. Non si tratta di pergamene ma di testi che parlano del modo di interpretare certe pergamene, le quali non erano allora né sono adesso alla Biblioteca Nazionale di Parigi, ma erano state consegnate da Pierre Plantard (1920-2000), insieme a un suo manoscritto, a un autore di libri popolari sui "misteri della Francia", Gérard de Sède (1921-2004), che avrebbe poi rielaborato e pubblicato il manoscritto come L'Or de Rennes ou la Vie insolite de Bérenger Saunière, curé de Rennes-le-Château (de Sède 1967). Oggi le pergamene (ammesso che si tratti proprio di quelle) sono in possesso di Jean-Luc Chaumeil, un controverso autore francese di libri sull'esoterismo che afferma di averle ricevute da Plantard negli anni 1970, mentre Les Dossiers secrets si trovano ancora alla Biblioteca Nazionale di Parigi. È assolutamente certo che sia Les Dossiers secrets sia le pergamene sono documenti falsi compilati nello stesso anno 1967, e tutte le persone coinvolte nella falsificazione lo hanno ammesso, sia pure dopo qualche anno, pubblicamente e per iscritto (per ampia documentazione, cfr. Introvigne 2005). Tra gli addetti ai lavori ha quindi destato qualche stupore il fatto che Dan Brown - non nuovo al complottismo, oggetto già dei suoi tre precedenti romanzi - abbia riciclato, presentandoli come autentici, documenti il cui carattere falso era noto da circa vent'anni. Il Priorato di Sion esiste solo dal 1956, quando è stato fondato da Plantard stesso ad Annemasse, in Francia. Il riferimento a un'Abbazia (non Priorato) di Nostra Signora di Sion, fondata al tempo delle Crociate in Palestina e i cui ultimi monaci si rifugiarono, inseguiti dall'avanzata islamica, in Sicilia, dove la comunità si estingue nel XIV secolo è solo un artificio ideato da Plantard a posteriori, quando è accusato di truffa e di vendere iniziazioni in un ordine che si presenta come antico e potente ma che è stato appena fondato e conta meno di dieci membri, e si risolve nel mero recupero a fini difensivi di un semplice nome. Non esiste nessun Priorato di Sion prima del 1956. |