Le avventure romantiche in fascicoli si indirizzano soprattutto a un pubblico femminile, che legge meno volentieri le storie di investigatori privati, società segrete o supereroi. Se ne trovano anche altrove, ma la terra promessa di questo genere di letteratura è la Francia: altrove (per esempio nel Québec) il tema romantico si intreccia con quello spionistico o poliziesco e i fascicoli propongono una sequela di “belle avventuriere”. Si può dire che anche nel romance (per usare il temine inglese) non manchi il tema del complotto: c’è sempre qualche sciagurato che insidia la virtù dell’eroina in pericolo, che le sottrae un figlio o una figlia o cerca di privarla di un titolo nobiliare. Più in generale, il complotto è universale: il Destino congiura contro la Virtù e la Castità, che alla fine non mancheranno però di trionfare.
Non vi è dubbio che le lettrici di fascicoli, almeno di lingua francese, non siano mancate per questo tipo di prodotti. Decine di serie sono state pubblicate dagli inizi del XX secolo fino ancora agli anni 1950, precedute sia da feuilleton sia da romanzi pubblicati direttamente in volume che, come tali, non appartengono alla storia del fascicolo popolare.
Il primo grande successo in fascicoli è Comtesse et Mendiante où la destinée d’une fille noble. Roman d’après la vie, pubblicato nel 1911 (ma alcuni attribuiscono i primi numeri, non datati, al 1910, e gli ultimi al 1912) da Nouvelles Publications Populaires, una sigla utilizzata dal colosso del fascicolo popolare Eichler. Non se ne conosce con esattezza il creatore, anche se il nome del “traduttore” Paul Marco, potrebbe essere quello dell’autore, del resto avvezzo a lavorare per Eichler (ma edizioni e traduzioni successive, fra cui una delle due italiane, daranno come autore “Henri de Tremière”, probabilmente Henri de Trèmieres, uno degli pseudonimi utilizzati dal prolifico autore di romanzi e fascicoli popolari Marcel Priollet, 1884-1957?). Nei centoventi fascicoli della serie, la contessa Clotilde de Hautepierre, bella ma pura e ingenua quindi inconsapevole della sua bellezza si fa sedurre dal cinico Vieuxtemps, che l’ha messa incinta di una bambina. Lo sposa, ma il marito fugge con un’altra in America. La bambina, Liddie, è rapita, e Clotilde si mette alla sua ricerca, il che è l’occasione per trasformare un classico racconto di sventure femminili in una serie di avventure più tipiche della letteratura in fascicoli.
I lettori possono trovare nei fascicoli di Comtesse et Mendiante sia situazioni scabrose tentativi di violenza carnale, tratta delle bianche, attentati alla virtù della bella che deve lavorare negli ambienti, evidentemente presentati come equivoci, del circo e del café-chantant o commoventi (la ricca Clotilde è costretta a mendicare, a lavorare come semplice impiegata, è rinchiusa in manicomio, arrestata, diventa perfino novizia in un convento di suore per un breve periodo), sia soprattutto l’esotismo. Il tema centrale è quello degli Stati Uniti, già allora oggetto in Francia insieme di diffidenza e di fascino. Clotilde incontra i mormoni nello Utah (un tema che si ritrova altrove nella letteratura popolare), gli indiani nel New Mexico, i banditi nel West, i gangster a New York. In quest’ultima città s’innamora anzi dell’eroico capo della polizia, Rogers. E tutto è bene quel che finisce bene. Tornata a casa, scopre che la piccola Liddie è semplicemente tornata al castello del padre di Clotilde, che non solo ha perdonato la figliola prodiga ma l’autorizza a sposare un non nobile, per di più americano, come Rogers. Ma ormai i nobili devono sopravvivere con gli affari, e la coppia Rogers-Clotilde prende in mano l’impresa di famiglia ramo miniere cominciando ad affrontare una minaccia non meno seria dei gangster o degli indiani: i minatori in sciopero…
Un tentativo di replicare il successo di Comtesse et Mendiante con Hélène, le roman de la Baronne de Troclie (lo schema è assai simile) è interrotto dalla guerra dopo 138 fascicoli pubblicati tra il 1913 e il 1914. Ma un modello analogo caratterizza la seconda serie di fascicoli di grande successo di Eichler, La Faute d’une Princesse, ou l’enfant des Tziganes, centottanta fascicoli di autore non identificato pubblicati dal 1912 al 1914, un enorme romanzo di oltre quattromila pagine. La principessa Vera, a diciassette anni, si ritrova incinta. La sua successione al trono è in pericolo. La sua dama di compagnia, Anna, si assume la “colpa” e dichiara che la piccola è sua figlia. Il padre rifiuta la figlia disonorata, che abbandona la bambina una strega la venderà agli zingari e cerca di suicidarsi. Un bel giovane la salva, ma Anna è accusata di infanticidio. Il suo avvocato le suggerisce di difendersi provando che, essendo vergine, non può evidentemente avere avuto una figlia, ma la virtù di Anna è tale che rifiuta per pudore l’esame medico. Condannata a morte per impiccagione, è salvata da un suo innamorato che corrompe il boia. Scampata alla forca, inizia una serie di peripezie fra l’Europa, l’America e il Medio Oriente, in cui riesce sempre miracolosamente a salvare la sua castità e ritrova infine la bambina, la “figlia degli zingari” scoprendo che in realtà è sua nipote. Senza saperlo, Anna è infatti sorellastra della principessa Vera.
I fascicoli di La Faute d’une Princesse, divenuti rarissimi, saranno ancora così ricercati che nel 1953 saranno ripubblicati, portandone il numero da 138 a 200, come Claudette fille du peuple, con i nomi dei personaggi cambiati (da Vera a Hélène, da Anna a Claudette) e con un ammodernamento dello scenario: non ci si sposta più in carrozza ma in automobile, e si usa il telefono. In effetti, gli anni 1950 nonostante la concorrenza del fotoromanzo vedono un revival del fascicolo popolare degli anni 1910. Anche Née en prison, roman de tendesse, d’heroïsme et de larmes d’un enfant de l’amour del già citato Marcel Priollet, pubblicato in 103 fascicoli nel 1928 da Ferenczi e ripubblicato in volume nel 1934, sarà ristampato in una serie di volumi nel 1951. Gli anni 1950, tuttavia, producono anche storie nuove come i 200 fascicoli della Librairie Moderne Sonia, la déportée de Sibérie, a firma Ivan Kossorowsky, la storia di un’amante perseguita dalla vendetta dello zar, e Chantal!!, a fima John Xercle, 118 fascicoli fra il 1953 e il 1954, Édition des Grandes Publications Françaises, che affronta in termini un po’ più espliciti di quanto non avvenisse negli anni 1910 i temi della violenza carnale, ma sempre in un quadro di scambi di persona, rapimenti e duelli.
L’avventura romantica in fascicoli è stata accusata facilmente di essere il trionfo della morale convenzionale e del manierismo sentimentale: le colpe si pagano (ma dopo l’espiazione si perdonano), la castità difesa è premiata e alla fine trionfa. Il suo successo dimostra però che queste storie interessavano a un vasto pubblico: né va sottovalutato il fatto che hanno avvicinato un pubblico femminile popolare, spesso per la prima volta, al piacere della lettura. Esponiamo qui le due serie Eichler di maggior successo nelle edizioni originali.
B.: Michel Nathan, “Le Calvaire féminin dans les séries Eichler et Priollet”, Tapis-Franc n° 2, inverno 1989, ripubblicato in Idem, Splendeurs & misères du roman populaire, Presses Universitaires de Lyon, Lione 1990, pp. 107-128.