Harry Dickson, da imitazione a capolavoro

copertinaNella scheda di questo rassegna dedicata a Petrosino si troverà un cenno alla complessa storia delle riedizioni delle avventure create da Kurt Matull (1872-1930?) per un’edizione «pirata» di Sherlock Holmes pubblicata dalla Verlagshaus für Voksliteratur und Kunst, che – dopo l’intervento per via legale dei licenziatari tedeschi di Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930) – cambia nome da Detectiv Sherlock Homes und seine weltberühmten Abenteuer in Aus den Geheimakten des Welt-Detektivs.  Come illustrato in quella scheda, nei fascicoli italiani Sherlock Holmes è trasformato in un personaggio realmente esistito (ma cui sono attribuite avventure fantastiche), Giuseppe Petrosino (1860-1909).

Tra i tanti nomi che i licenziatari e gli eredi della Verlagshaus für Voksliteratur und Kunst cercano per il loro protagonista nel tentativo di sfuggire alle azioni legali di Conan Doyle c'è “Harry Stilson”. Un personaggio con questo nome compare nella serie francese Le roi des detectives. Nouveaux exploits du plus grand policier du monde (Les Éditions Modernes, Parigi 1929-1930), che riprende dove Les Dossiers Secrets du Roi des Detectives l’avevano lasciata nel 1908 la versione francese della serie di Kurt Matull. In precedenza era stato il dottor Watson a essere chiamato “Harry Taxon”.

Quando in Francia appare “Harry Stilson”, in Olanda per l’ennesimo adattamento di Aus den Geheimakten des Welt-Detektivs il nome “Harry Dickson” è già stato usato. Harry Dickson, de amerikaansche Sherlock Holmes debutta nel dicembre 1927 per quella che diventerà una serie di 180 fascicoli quindicinali. Tuttavia, la fama della serie è dovuta all’edizione in lingua francese, Harry Dickson, le Sherlock Holmes américain, pubblicata in Olanda dalla casa editrice Roman-, Boek- en Kunsthandel dal 1° gennaio 1929 al 1° aprile 1938, per un totale di 178 fascicoli (il numero 179, annunciato, non è mai stato pubblicato). I primi 17 numeri sono traduzioni abbastanza fedeli da Aus den Geheimakten des Welt-Detektivs. S’ignora chi sia il traduttore che ha lavorato alle edizioni francesi. La saga del dottor Flax, arci-nemico di Harry Dickson ispirato al dottor Quartz della serie Nick Carter, viene sempre da Aus den Geheimakten des Welt-Detektivs – e infatti in Italia il dottor Flax è un nemico di Petrosino – ed è adattata per l’edizione francese (numeri 18, 19, 21, 22, 26 e 27) da un nome illustre del romanzo popolare, Gustave Le Rouge (1867-1939), il creatore del Dottor Cornelius.

Questa scelta conferma la volontà della Roman-, Boek- en Kunsthandel d’investire su Harry Dickson, rivolgendosi ad autori di qualità. Con il numero 20 entra in scena – con l’eccezione appunto dei fascicoli della saga del dottor Flax – Jean Ray (pseudonimo di Raymundus Johannes de Kremer, 1887-1964) che traduce (o rivede le traduzioni di altri, talora modificando e aggiungendo) ma inventa anche storie del tutto nuove, di cui non esiste un originale tedesco. Le discussioni fervono tra i numerosi appassionati, ma sembra che siano interamente di Jean Ray i numeri dal 65 al 69, 73, da l75 al 77, dall’81 al 106, e dal 111 fino al 178 che chiude la serie.

Raymundus Johannes de Kremer (che segue anche buona parte dell’edizione olandese di Harry Dickson, ma con un altro pseudonimo: John Flanders – è infatti perfettamente bilingue) nasce a Gand, in Belgio, nel 1887. L’educazione ricevuta non sembra prepararlo alla letteratura: fin da giovanissimo, fa il marinaio (anche se molti racconti di mare e di contrabbando che offrirà ai giornalisti negli anni del successo sono ampiamente immaginari), prima d’iniziare nel 1925 a pubblicare racconti, di ottima qualità. Ma nel 1927 è condannato per truffa e sconta due anni di prigione. L’ostracismo degli ambienti letterari dopo questo episodio lo costringe a creare gli pseudonimi di John Flanders e Jean Ray, e ad abbandonare la letteratura colta dedicandosi al fascicolo popolare. Benché negli anni 1940 egli riprenda lo stile dei suoi primi racconti, creando una serie di romanzi ammirati dalla critica, centinaia di migliaia – se non milioni – di fan in numerosi Paesi del mondo hanno costituito circoli e associazioni che portano il suo nome, promosso convegni, ristampe e siti Internet a causa del fenomenale successo dei suoi Harry Dickson, sostanzialmente ignorando la sua produzione più impegnata.

Già Matull – che aveva dimostrato con i suoi fascicoli dedicati al ladro gentiluomo Lord Lister una singolare capacità di unire il genere poliziesco al paradosso e all’umorismo – con Aus den Geheimakten des Welt-Detektivs produce qualche cosa di più di semplici pastiche di Sherlock Holmes. Con Harry Dickson, a mano a mano che gli è consentito di staccarsi dal modello tedesco, Jean Ray crea un personaggio totalmente nuovo, certo parte del filone che comprende Sherlock Holmes, Nick Carter, Sexton Blake e Dixon Hawke, ma insieme aperto al surreale, alla fantascienza, all’horror (i temi del vampiro e del lupo mannaro ritornano nelle storie originali francesi e olandesi), così da conferire a quella che è un’indagine che torna sugli archetipi della paura e della morte un sapore originale, il quale ne spiega un successo che non si è spento neppure ai giorni nostri.