Fascicoli popolari del Québec

copertinaPrima della Seconda guerra mondiale dal Québec, come diversi autori hanno notato, è pressoché assente il fascicolo popolare. A partire dalla metà degli anni 1940 e fino alla metà degli anni 1960 si verifica invece un’autentica esplosione del genere, che fa del Québec un terreno di ricerca imprescindibile per chiunque voglia studiare questo genere di letteratura. Le sole Éditions Police-Journal di Montréal – che danno un grande contributo al fenomeno – avrebbero venduto la bella cifra di settantacinque milioni di fascicoli (Vincent Nadeau – Michel René, “Histoire d’une littérature industrielle”, in AA.VV., Le Phénomène IXE-13, Les Presses de l’Université Laval, Québec 1984, pp. 8-70 [p. 46]). Il successo di queste serie è preceduto da romanzi popolari con protagonisti locali e da romanzi pubblicati in serie in riviste di varietà come le Bavard. Qui, per esempio, il 1° marzo 1941 Alexandre Huot (1897-1953) comincia a pubblicare la prima storia di Albert Brien, “détective national des Canadiens français”, che diventerà in seguito un grande protagonista dei fascicoli.

In realtà, è la Loi sur la conservation des changes en temps de guerre del 1940, che vieta l’importazione di beni voluttuari, tra cui – esplicitamente – i fascicoli popolari statunitensi, a creare l’industria locale nel Québec. Il suo grande protagonista diventa Pierre Saurel (1925-2003), pseudonimo di Pierre Daignault, attore di teatro e musicista folklorico (il padre Eugène Daignault, 1895-1960, era stato il più grande collezionista e preservatore del patrimonio folklorico musicale canadese) che diventerà noto soprattutto per le sue interpretazioni alla radio. Ma Daignault ama anche scrivere romanzi ed è il già citato Alexandre Huot che gli propone di scrivere per le Éditions Police-Journal, create appunto per colmare con prodotti nazionali (e nazionalisti) il vuoto lasciato dal blocco delle importazioni statunitensi, le storie di un agente segreto canadese, Jean Thibault, più noto con lo pseudonimo di Agente IXE-13. Il primo fascicolo esce il 28 novembre 1947. Le copertine di André L’Archevêque (1923-), membro della famiglia proprietaria della casa editrice – e autore di tutte le copertine fino al fascicolo 934 – contribuiranno al successo della serie, che sarà straordinario e darà luogo a un vero e proprio “fenomeno” nazionale, generando anche numerose imitazioni. Giocatore di tennis di livello nazionale, dotato di una straordinaria forza fisica, Jean Thibault entra nei servizi segreti canadesi durante la Seconda guerra mondiale. Fino al numero 137 i nemici principali di IXE-13 sono i nazisti, e le avventure si svolgono in un’epoca anteriore rispetto alle date di uscita dei fascicoli, anche se molti nazisti sopravviveranno alla fine della guerra e IXE-13 li ritroverà in seguito. Della “squadra” dell’agente canadese fanno parte un agente francese, Marius Lamouche e un’altra francese, Gisèle Tuboeuf (lo spelling del cognome cambierà occasionalmente), la vera protagonista femminile della serie, fidanzata permanente – tra alti e bassi – e poi sposa (nel numero 585) del protagonista. La canadese Roxanne Racicot, futura sposa di Marius, apparirà solo dal numero 157. Dal numero 138 in poi inizia il ciclo della Guerra Fredda: gli avversari dell’agente canadese sono ora i comunisti, dai russi ai cinesi, e più tardi dai vietnamiti ai cubani, seguendo l’attualità. Parte del messaggio ideologico è che il totalitarismo nazista e quello comunista non sono poi così diversi: la coppia di agenti nazisti Bouritz e Von Tracht si trasforma semplicemente nella coppia sovietica Bourof (o Bouroff) e Tracko  Non mancano tuttavia lunghe evasioni dal conflitto fra l’Occidente e l’Impero sovietico: in una serie di fascicoli IXE-13, che si è dimesso dai Servizi canadesi a causa del dissidio con un superiore, risolve piuttosto enigmi di tipo poliziesco, in un’altra viaggia addirittura nello spazio e conosce altri pianeti. L’esotismo – non c’è quasi parte del mondo che IXE-13 e i suoi amici non visitino – fa del resto parte del fascino della serie.

Il numero 147 mette in scena un nuovo personaggio, Taya, la regina degli agenti comunisti, che – a differenza degli inetti Bouroff e Tracko (giustiziati dai sovietici per la loro incapacità) – pone a IXE-13 ben altri problemi. Tipica femme fatale, Taya mette in campo il suo fascino e il rapporto con l’agente canadese è di amore-odio. Verso la fine della serie, i due finiranno anche a letto insieme. Quest’avventura certamente immorale – IXE-13 tradisce tra l’altro (e non è la prima volta) l’amata sposa Gisèle – corrisponde a una involuzione del fascicolo popolare canadese in generale e delle storie di IXE-13 in particolare. A fronte del calo di vendite che si manifesta verso la fine degli anni 1950 l’elemento amoroso, quindi erotico e alla fine perfino occasionalmente pornografico si insinua in fascicoli che erano partiti da un atteggiamento tutto sommato rispettoso della morale convenzionale e cattolica del Québec. Lo stesso autore Pierre Saurel, militante cattolico in gioventù, finisce per fare più di una concessione all’erotismo, soprattutto quando – dopo la chiusura della serie in fascicoli delle Éditions Police-Journal il 28 settembre 1966 – cerca di resistere alla decisione dell’editore, maturata in un mercato cambiato dall’invasione del fumetto statunitense, continuando le avventure del personaggio in una serie etichettata come “per adulti”, IXE-13, l’espion playboy, per cui crea una sua casa editrice, le Éditions Pierre Saurel. La serie ha scarso successo e tirature (tanto da essere diventata rarissima): meno di una ventina di fascicoli fra il 1967 e il 1968. Dieci anni dopo Saurel cerca ancora di far rivivere IXE-13 in racconti pubblicati a puntate sulla rivista Photo Police dal 17 giugno 1978 al 28 marzo 1981. In questa “terza serie” l’elemento erotico diventa dominante (anche se Saurel resta al di qua della pornografia nel senso più tecnico del termine), e IXE-13 si “dimentica” perfino di avere sposato Gisèle, ridotta al ricordo di una donna amata nel passato. La parabola di IXE-13 – e quella di Pierre Saurel – accompagna la storia del Québec, da bastione cattolico a paese “europeo”, ampiamente secolarizzato dalla cosiddetta “Rivoluzione tranquilla” degli anni 1960 e 1970.

Dal 1962-63, in genere, i titoli dei fascicoli popolari canadesi – un’industria ormai in crisi – strizzano l’occhio al lettore con titoli che evocano avventure erotiche o promettono rivelazioni sulla prostituzione, la tratta delle bianche o l’omosessualità. Si tratta però qui di un periodo di declino, e il successo di IXE-13 negli anni 1950 deriva dall’avere portato il genere dello spionaggio alla portata di un pubblico popolare che compra fascicoli al prezzo di dieci centesimi di dollaro. Né va sottovalutato il nazionalismo franco-canadese. Qualche critico ha rivelato anche tratti razzisti. Certo, “negri” e cinesi sono descritti con termini oggi non politicamente corretti, ma comuni all’epoca: e d’altronde la discriminante ideologica prevale sempre su quella etnica. Sing Lee, un cinese di Vancouver di nazionalità canadese, è uno dei migliori agenti che collaborano con IXE-13 e il suo patriottismo canadese è fuori discussione. Arkia Boushi, descritta come négresse, è amica, collaboratrice e per un certo periodo anche fidanzata di Marius. La stessa ideologia regionalista del Québec appare soprattutto nei primi fascicoli, e la sua importanza è stata ridimensionata dai critici successivi.

Quello di IXE-13 (o meglio della prima serie di IXE-13, la seconda e la terza rappresentando dei tentativi falliti di tenere in vita un personaggio i cui tempi d’oro erano passati) rappresenta un fenomeno unico nella storia del fascicolo popolare, nonché – in questo genere letterario – il maggiore successo mondiale nella categoria relativa allo spionaggio. Lo stesso Saurel crea però delle altre serie, tra cui il poliziesco Les aventures policières d’Albert Brien, détective national des Canadiens français, che seguirà una vicenda parallela a quella di IXE-13: progressiva prevalenza dell’elemento erotico su quello poliziesco, ed effimero tentativo di continuazione da parte dell’autore con le Éditions Pierre Saurel dopo la chiusura della pur lunga serie Police-Journal. Nell’aprile 1956 Saurel crea per quest’ultimo editore anche Diane la belle aventurière, che avrà trecento numeri fino al gennaio 1963. Naturalmente Saurel, per quanto produttivo, non poteva scrivere tutti i testi delle tre serie, e a poco a poco i numeri sono subappaltati ad altri autori, in parte rimasti anonimi.

Ma le serie di fascicoli canadesi – polizieschi, di spionaggio, western e amorosi – sono un buon centinaio. Poche biblioteche li hanno conservati ma sono in corso progetti dell’Université Laval e del sistema nazionale Bibliothèques et Archives Canada per il loro recupero e catalogazione. Un privato, Jean Layette, ha dedicato un interessante sito – che naturalmente non può essere che parziale – ai fascicoli del Québec. Bibliothèque et Archives Canada ha una sua piccola mostra virtuale,  Des Histoires à Bon Marché ! Les romans en fascicules de 1940 à 1952, che – come dice il titolo – ignora gli sviluppi successivi (ma crea un equivoco lasciando intendere che questi non esistono mentre ancora negli anni 1960 i fascicoli che escono sono centinaia). A prescindere da Police-Journal, vanno almeno ricordate due case editrici, Irène e Bigalle, e tre serie, le uniche in grado di fare concorrenza alle corazzate in fascicoli di Pierre Saurel. La prima è quella consacrata da Irène ad Arsène Lupien dagli anni 1940 agli anni 1960 – ladro gentiluomo, poi giustiziere e investigatore il cui nome cerca chiaramente di sfruttare la popolarità anche cinematografica di Arsène Lupin –, cui del resto Police-Journal risponde con un secondo titolo di successo, Les Aventures Extraordinaires de Guy Verchères, l’Arsène Lupin canadien français, alcuni dei cui numeri saranno affidati all’infaticabile Pierre Saurel. Sembra che quest’ultimo sia anche l’autore di qualche fascicolo del Domino Noir di Police-Journal, serie consacrata a un avventuriero che dal 1944 arriva agli anni 1960 con oltre ottocento numeri. Rispetto a questi titoli, il resto – che pure è ampio e merita ulteriori indagini – è secondario. Presentiamo qui la prima serie di IXE-13, che rimane la più rappresentativa quanto al fascicolo popolare canadese in genere.

B.: IXE-13, un cas type de roman de masse au Québec, numero speciale di Études littéraires, vol. 12, n. 2, agosto 1979 ; AA.VV., Le Phénomène IXE-13, Les Presses de l’Université Laval, Québec 1984 ; Carolyn Strange - Tina Loo, True Crime, True North. The Golden Age of Canadian Pulp Magazines, Raincoast Books, Vancouver 2004.